Fisiopatologia del Low Back pain (Lombalgia)

04.11.2022

La sensazione soggettiva del dolore deriva dalla stimolazione di strutture nervose periferiche dette "recettori sensitivi" o nocicettori, i quali segnalano un danno o avvertono della presenza di fattori nocivi. 

Sono presenti in tutto l'organismo e sono particolarmente numerosi nelle fibre muscolari, nell'inserzione dei legamenti e capsule articolari, di cui è ricca la CV.

Le specifiche possibilità di generazione di Back Pain di origine meccanica vengono individuati all'interno dei tessuti costituenti il rachide: il disco intervertebrale, le vertebre, i legamenti, le superfici delle articolazioni apofisarie e le fibre muscolari.

Il dolore del BP viene distinto in:

  • Vertebrale, generato da nocicettori della CV; esso può essere di origine "radicolare" se è offesa una radice nervosa come nel caso di un'ernia del disco, o "pseudo radicolare" se il dolore è diffuso, mal localizzabile e non ha tale origine come nel caso di artrosi vertebrale.
  • Extravertebrale, confuso con il vero BP poiché il dolore utilizza le stesse vie di trasmissione, ma in realtà proviene da siti diversi dalla CV. 

Come detto in precedenza, la postura incongrua è condizione di rischio oggettivo e soggettivo di Back Pain. In riferimento alla regione lombare, essendo il valore della curva molto mutevole, un aspetto importante da considerare è l'aumento della lordosi lombare che porta ad alcuni svantaggi, i quali possono favorire l'insorgenza del LBP per i seguenti motivi principali:

  • Lo sforzo di compressione si concentra sulla parte posteriore dell'anello fibroso
  • Si ha una riduzione dell'attività metabolica nella parte posteriore del disco
  • Si riduce il volume del canale spinale con conseguente compressione nervosa
  • Il margine inferiore delle faccette articolari subisce un aumento di carico.

Per quanto riguarda l'evoluzione temporale, il danno può essere repentino, in quanto conseguenza di un singolo evento di carico (raro), oppure conseguenza di un processo a sviluppo più lento, comunemente definito col termine di "fatica", il quale è caratterizzato dalla presenza di forze sensibilmente inferiori a quelle richieste per procurare l'evento precedente. Gli attacchi di LBP raramente sono preceduti da fenomeni di danno repentino, per cui è facile che il danno da cedimento tessutale sia associato all'accumulo della fatica meccanica nel tempo. 

Il dolore provoca una contrattura muscolare (antalgica) e un cambiamento nella meccanica articolare e questo porta ad alterazioni della postura, portando il soggetto ad assumere appunto posture antalgiche. I cambiamenti posturali hanno una grande influenza nel generare sovraccarichi ai vari costituenti della CV e tale effetto cresce con il ridursi dell'altezza del disco intervertebrale. A tale riguardo è bene specificare:

  • Le piccole flessioni anteriori lombari distribuiscono in maniera uniforme i carichi di compressione su tutta l'area dell'anello e tendono a ridurre o evitare la compressione sulle faccette.
  • Gli angoli di flesso estensione hanno un grande effetto sulle tensioni dei legamenti posteriori, che a loro volta producono forti variazioni sulla compressione discale.

A qualsiasi età una postura non fisiologica sottopone le strutture della CV ad uno stress da carico mal distribuito ed a sopportare sforzi di varia natura con conseguenti danni. Nei soggetti giovani, nei quali i dischi sono ben idratati, la sensibilità alle variazioni di sforzo locale in seguito a mutamenti posturali è decisamente più bassa rispetto all'anziano; questo perché lo spessore del disco compensa, almeno parzialmente, tali variazioni. Anche nei giovani, però, non è possibile evitare le conseguenze relative a sforzi eccessivi, associati a posture estreme o fisse e prolungate. 

Fig. 2.18 mod.

Come si vede dalla figura 2.18, a seconda delle posizioni assunte o dei movimenti eseguiti, il disco intervertebrale andrà incontro ad un relativo processo di idratazione o disidratazione. Il valore di pressione che determina l'inversione di flusso è di 70/80 kg e corrisponde alla posizione eretta equilibrata.

Quindi, mantenere il più possibile la salute dei dischi, attraverso un'adeguata attività motoria preventiva e compensativa, il rispetto delle posture fisiologiche e l'apprendimento delle strategie utili ad una corretta gestione del rachide, è il sistema migliore per mantenere la distanza tra i corpi vertebrali, salvaguardare le faccette articolari e ammortizzare i carichi meccanici; risulta quindi l'unica garanzia per preservare la salute di tutta la CV.

Dott. Samuele Badii


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Posturologo e Chinesiologo a Massa Carrara, Viareggio, Lido di Camaiore. Postura, scoliosi e mal di schiena